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Studio d'arte Patania

ANTONIO PATANIA


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Pratica artistica

Come supporto prediligo la tela, ma amo anche il cartoncino di cotone da 600 grammi. Tutti i miei dipinti sono ad olio, successivamente, in base al tipo di supporto, applico con tecniche diverse ossidi o terre colorate, con mascherature di cera. Talvolta impiego la Foglia Oro, tecnica che padroneggio grazie alla mia esperienza di restauro e doratura.  Cere, fregiature, velature, spatolature offuscano la nuda realtà, come una sorta di “velo di Maya”.

Influenze artistiche

Sono cresciuto in mezzo ai Paladini, gli epici eroi rappresentati nel Teatro dei Pupi di tradizione siciliana. Quando ero bambino, nell’oscurità li vedevo muoversi, li sentivo parlare fra loro, immaginavo avessero una vita parallela alla nostra. I dipinti di questo filone esaltano l’epicità della quotidianità: ognuno di noi “indossa” una corazza per proteggersi e tutti impugniamo una spada per colpire gli altri. Anche l’elmetto ci serve per ignorare tutto ciò che non fa parte della nostra piccola corte. I Paladini rappresentano l’eroe dentro di noi e al contempo la fortezza che protegge il nostro cuore.

Il mio primo maestro è stato il pittore Natale Napoli, il quale dipingeva le scenografie per il Teatro dei Pupi. Evidenti anche le influenze del pittore neo realista Renato Guttuso, con il suo tratto incisivo e l’impiego di colori contrastanti.

Ispirazioni

Traggo ispirazione dalle figure umane, in particolare di genere femminile, mettendo in primo piano i loro volti. In realtà in ogni volto cerco di cogliere una mia espressione, un mio stato d’animo. Il racconto è mio quando mi identifico nello sguardo del soggetto al punto da commuovermi. Non riesco a dipingere un volto che non mi mette in subbuglio lo stomaco, che non rispecchi un volto della mia anima.